Uomo politico sovietico. Di famiglia contadina, lavorò, in
gioventù, come meccanico ad Harkov e, successivamente, nelle miniere del
Donec. In questo stesso periodo aderì ai gruppi rivoluzionari e, nel
1918, si iscrisse al partito comunista. Rivelò grandi doti di
organizzatore e di combattente durante la guerra civile e, in particolare, nelle
vicende della rivoluzione in Ucraina, contro le truppe bianche di Denikin.
Finita la guerra, abbandonò le miniere per gli studi e prese a far parte
del Comitato centrale del Partito comunista ucraino. Nel 1929 iniziò a
frequentare l'accademia industriale di Mosca e nel 1934, dopo una brillante
carriera nel partito, ne divenne segretario per la regione di Mosca. Nel 1938 fu
inviato in Ucraina con l'incarico di eliminare le deviazioni nazionaliste e, per
l'esito felice della sua missione, fu eletto membro supplente del Politburo.
Durante la seconda guerra mondiale si distinse in operazioni di evacuazione
degli impianti industriali dalle zone minacciate e fu capo del movimento
partigiano ucraino: prese parte, inoltre, all'organizzazione della difesa di
Stalingrado. Dal 1945 al 1947 fu incaricato del riordinamento dell'Ucraina.
Richiamato a Mosca nel 1949, divenne segretario del Comitato centrale del
Partito comunista, riassumendo poi la carica di primo segretario del Comitato
per la regione di Mosca. Dopo la morte di Stalin,
K. non ricoprì,
per un breve periodo, nessuna carica di Governo; in seguito fu uno dei 4
segretari del partito. Nel settembre 1953, avuta la meglio sui rivali nella
lotta per la successione a Stalin, assunse la carica di primo segretario del
partito e, da allora, per oltre un decennio, diresse la politica interna ed
estera dell'URSS. Nel 1956, al XX congresso del PCUS, suscitò grande
scalpore la sua denuncia del periodo staliniano rivolta particolarmente al culto
della personalità. Sintomi della destalinizzazione si erano già
avuti in Russia nel 1955 per la riconciliazione col maresciallo Tito. Dopo aver
sconfitto gli uomini più legati per convinzioni e responsabilità
al periodo staliniano, tra i quali il ministro degli Esteri Molotov,
Kaganovič, Malenkov, Scepilov e Bulganin,
K. assunse anche la
presidenza del Consiglio dei ministri. Per quanto riguarda la politica interna
di
K., egli tentò di instaurare nel Paese un clima meno rigido,
promuovendo un vasto decentramento burocratico, e, in campo economico,
iniziative per una più alta produzione. Nei rapporti con l'estero svolse
una politica ispirata alla "coesistenza pacifica", competitiva, in campo
economico, col mondo capitalista, e, in particolare, con gli Stati Uniti: nel
1959 si recò in America per incontrarsi col presidente Eisenhower. Ma
l'intesa con Washington costò all'URSS la ritirata nella crisi cubana del
1962. Le accuse di revisionismo rivolte a
K. divennero sempre più
frequenti e la sua posizione all'interno sempre più difficile, malgrado
egli fosse riuscito a raggiungere un accordo con gli Stati Uniti per la
sospensione degli esperimenti nucleari. Gli attacchi alla politica di
K.
e le accuse di cedimento di fronte all'imperialismo vennero soprattutto dalla
Cina di Mao e dal Partito albanese del lavoro; il conseguente abbandono
dell'assistenza tecnica, specialmente nel campo atomico, decretato da Mosca a
danno di Pechino portò a un'irreparabile rottura. Il 13 ottobre 1964 il
praesidium decise di togliere a
K. la carica di primo segretario del
partito; il giorno successivo in una riunione del Comitato centrale gli furono
rivolte pesanti accuse per gli insuccessi in politica economica (era
recentemente fallito un suo esperimento di rendere coltivabili le terre
vergini), di culto della personalità e di gravi errori nei rapporti con
la Cina. Il 15 dicembre 1964 il Comitato centrale approvò la richiesta di
dimissioni avanzata dal praesidium nei confronti di
K. Dopo la
destituzione egli continuò a vivere a Mosca, ma si ritirò
definitivamente dalla vita politica. Poco prima della sua morte, avvenuta nel
1971, sono state pubblicate all'estero le sue
Memorie, ma la loro
autenticità è contestata da molti (Kursk 1894 - Mosca
1971).
Nikita Krusciov (in primo piano sulla destra)
"Krusciov com'era" di Davide Lajolo (Ulisse)